A Potenza la fotografia del volontariato Caritas in Italia

Si è tenuto a Potenza lo scorso 10 maggio il Convegno dal titolo “Ri-Partenza: il volontariato in Caritas dal servizio alla relazione e dalla relazione al servizio” organizzato dalla Caritas Diocesana di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo per presentare i dati del report “Tutto è possibile” di Caritas Italiana. “Aiutare il prossimo a piccoli passi ed in silenzio con azioni di grande valore umano. Io sono alla fine del mio mandato, non sarò ricandidato perciò non sono in campagna elettorale e con grande sincerità ed onestà intellettuale affermo con convinzione che, da sindaco, è stato un onore collaborare con Caritas e con il direttore Buoncristiano perchè in questi anni è stato offerto un grande aiuto al comune di Potenza”, ha affermato nel corso del saluto istituzionale il primo cittadino Mario Guarente. “La capacità della relazione, di mettere al centro il bisogno, il dolore, la sofferenza, il disagio. Un tipo di cultura che unisce le relazioni umane, dove l’io fa spazio al noi, dove l’individuo è collettività. Il valore della Caritas risiede in questo: rivolgere l’attenzione alla persona con empatia e dignità. Se per il non credente può essere definita filantropia per il cristiano è la parola di Dio”, ha ribadito sua eccellenza Mons. Salvatore Ligorio sottolineando l’impegno profuso da Caritas in questi anni, dalla pandemia all’accoglienza dei profughi ucraini. Il direttore Marina Buoncristiano ha tracciato nel corso del proprio intervento un quadro della situazione odierna nel territorio di riferimento: “Un grazie speciale a Mons. Ligorio, per noi è stato un faro ed un pastore che ci ha aiutato e supportato con grande saggezza. Non si tratta – ha detto Buoncristiano – solo di lavorare per gli ultimi, ma di lavorare con gli ultimi. In questi 8 anni è stato un appassionante ed importante percorso: i comuni che compongono la nostra diocesi sono 25, le zone pastorali da 6, con la visione di Mons. Ligorio sono state raggruppate in 5. I centri di ascolto erano 10 dopo 8 anni sono diventati 26 grazie ad un intenso lavoro di promozione. I servizi di aiuto alimentare erano 20 ed oggi sono 36. Siamo in piena fase di implementazione e sperimentazione della bottega di Bella e di Potenza e a tal riguardo ringrazio Magazzini Sociali per l’ottimo lavoro. L’obiettivo è continuare ad essere sentinelle, a camminare accanto, ad essere un presidio di prossimità e di sostegno”, ha ribadito il direttore. Walter Nenni dell’Ufficio Studi Caritas ha esposto lo stato dell’arte: 84.248 volontari dei quali 61.973 sono impegnati nelle Caritas parrocchiali, la metà dei volontari è presente nelle regioni del Nord Italia, il 16% è attivo nel Centro, il 33% nel Sud e Isole con il 60,3% dei volontari di sesso femminile a testimonianza di quanto il volontariato sia ad oggi rosa. La fascia d’età più rappresentata è quella over 65 con il 38,3% e non a caso il 41,8% dei volontari è pensionato. Una larga quota di volontari è in possesso di un livello medio alto di istruzione: 37,9% con la licenza media superiore e il 34,2 in possesso di laurea, mentre lo 0,5% dichiara di avere la licenza elementare. La fascia degli studenti è rappresentata dal 6% del totale e l’8,3 dalle casalinghe. Il 42,3% è entrato in Caritas grazie all’ambiente parrocchiale frequentato con il 78,8% spinto dalla motivazione di rendersi utile per chi è più in difficoltà e la fetta più corposa pari al 32,8% dedica dalle 11 alle 25 ore mensili al volontariato. Ha chiuso i lavori il prof. Andrea Salvini, docente di sociologia generale presso l’Università degli studi di Pisa. “Sebbene nel linguaggio Caritas, i servizi siano definiti come opere la sua rappresentazione negli stakeholders è la medesima rispetto a quella degli altri ETS, ovvero un Ente che produce beni e servizi. L’insieme dei caratteri identitari e motivazionali non ha alcun peso nella valutazione dell’azione di Caritas da parte dei suoi interlocutori chiunque essi siano”. Ha detto il prof. Salvini per il quale: “E’ necessario ampliare lo sguardo ai processi di trasformazione che hanno caratterizzato il mondo del volontariato negli ultimi decenni, con riferimento a quelle tappe fondamentali (legge 266/1991; legge 328/2000; riforma del Titolo V della Costituzione) che possono essere considerate eventi di un processo che hanno generato un percorso di incorporazione del volontariato all’interno della sfera pubblica allargata. Questo percorso – ha sottolineato – genera un evidente cambiamento nel modo in cui si sceglie di dare voce ai poveri: un tempo, attraverso azioni anche dirompenti, di denuncia sul territorio; oggi prevalentemente attraverso servizi insieme allo Stato”.

Lascia un commento